Ci si può affidare ai piromani per spengere un incendio? ELEZIONI POLITICHE 2022  

ELEZIONI POLITICHE 2022

Ci si può affidare ai piromani per spengere un incendio?

di Raul Mordenti

Il prof. Azzariti sul “Manifesto” del 26 luglio, ha inaugurato il mantra che accompagnerà, come (unico) argomento, la campagna elettorale del PD: “sennòvincelameloni”, che riproduce le argomentazioni del “sennòvincesalvini” e del “sennòvinceberlusconi” delle elezioni passate.

La lezione dell’esperienza dunque non conta proprio nulla? Non conta nulla che tanti bravi compagni che, magari turandosi il naso, hanno votato PD “sennòvincesalvini” si sono ritrovati ad aver eletto con il loro voto i Renzi e i Calearo e, se ciò non bastasse, si sono ritrovati il PD al Governo (al Governo!) proprio insieme a Salvini e Berlusconi? D’altra parte PD, Salvini e Berlusconi condividevano e condividono punti essenziali di programma, l’obbedienza al capitale finanziario (Draghi) e alle sue politiche economiche e fiscali, le privatizzazioni e il precariato, il rifiuto del salario minimo, l’abbandono della sanità e della scuola pubblica, e – soprattutto – la servile fedeltà atlantica e il sostegno alla guerra. Per non dire dell'”autonomia differenziata” (Lega-PD) e del criminale trattamento dei migranti (Minniti-Salvini). Non per caso il PD può imbarcare ora senza aproblemi nella sua coalizione personaggi come la Gelmini (il simbolo stesso della distruzione della scuola e dell’università) e Brunetta (il più sguaiato avversario dei Sindacati e del RdC).

Mi permetto di dire che fra persone razionali questo argomento del “sennòvincelameloni” non dovrebbe essere utilizzato mai più, non foss’altro che per motivi di pudore.

Ma il prof. Azzariti è uomo d’onore, ed è un maestro di costituzionalismo per molti di noi. E non a caso egli invoca la necessità di difendere la Costituzione. Mi siano allora concesse due osservazioni al riguardo: la prima ha i vantaggi dell’evidenza, dato che gli attacchi più virulenti alla Costituzione sono venuti proprio dal PD, con la “riforma” Renzi-Boschi-Verdini, promossa e votata da quel partito e sconfitta solo dal referendum popolare. Ma soprattutto è la legge elettorale “rosatellum”, con l’abnorme e incostituzionale premio di maggioranza, che rende oggi possibile la vittoria della destra. Con la proporzionale Meloni avrebbe (forse) il suo 25% dei voti e non andrebbe mai al Governo, è solo il “rosatellum” che consente alla destra di puntare alla vittoria grazie al maggioritario. Su questo il prof. Azzariti sorvola, scrivendo: “con una legge elettorale che non si è voluta modificare e che appare costruita per far vincere la destra”. Ma chi ha voluto e votato quella legge elettorale? Di che partito è l’on. Rosato che le ha dato il nome? E chi è che non l’ha voluta modificare? Noi non scordiamo che alla festa neo-fascista di Atreju, l’on. Letta, ospite d’onore della Meloni (al tempo evidentemente non ancora fascista) dichiarò di concordare con Meloni sulla legge elettorale maggioritaria. Ci si può affidare ai piromani per spengere un incendio?

La seconda osservazione è forse meno evidente ma non meno importante. La democrazia parlamentare voluta dai padri e dalle madri costituenti si basava sul fatto che il Parlamento riproducesse le articolazioni e i conflitti della società, fosse cioè “specchio del Paese”. Ora noi viviamo invece il dominio di ciò che Gramsci chiamava “partito unico articolato” (in sigla PUA, pronuncia “puàh”). È il partito che si estende dal PD a Salvini, passando per Berlusconi, Calenda & Soci, e che gode del sostegno unanime di stampa e televisioni, un sostegno già degno di un regime post-democratico. Del PUA anche l’ex Ministro di Berlusconi Giorgia Meloni fa parte, non solo perché non ha fatto mai mancare i suoi voti a Draghi ove necessari ma perché partecipa alla gara a chi è più filo-atlantico e più filo-guerra (ma su questo terreno il PD di Letta è forse imbattibile).

Ciò significa che per salvare la democrazia e la Costituzione c’è assoluta necessità di una opposizione sociale che sia rappresentata anche in Parlamento, e non certo di scegliere una frazione del PUA perché prevalga su un’altra frazione dello stesso PUA.

Vogliamo credere che un sincero democratico come il prof. Azzariti, nel segreto dell’urna, voglia dare il suo voto a Unione Popolare, per difendere davvero la Costituzione.

Raul Mordenti

26/7/2022

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