La geografia mentale del lungo ’68: internazionalismo, antimperialismo, antiautoritarismo

 

  1. Care compagne e cari compagni, poiché mi è toccato – del tutto casualmente – il primo intervento, credo di non poter fare a meno di affrontare un problema che aleggia su tutti noi, cioè la contraddizione che mi sembra esistere fra l’oggetto della nostra riflessione, il movimento del ’68, e lo strumento che usiamo per compiere una tale riflessione, un convegno di studi. C’è forse qualcosa di rituale, di compiaciuto, di celebrativo che è intrinseco alla stessa forma-convegno (tanto più se affidato a vecchi reduci come siamo molti di noi), ma tutto ciò è contraddittorio con l’oggetto della nostra riflessione che è il ’68, il lungo ’68, cioè un decennio di lotte.

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Ci si può affidare ai piromani per spengere un incendio?

Appena si sono profilate all’orizzonte le elezioni è tornato ad allietarci l’insopportabile mantra “sennòvincesalvini”. Ha battuto tutti sul tempo Macaluso, sul “Manifesto” del 10 agosto: “Ora nessuno indebolisca il centro-sinistra!”, ci hanno spiegato,“sennòvincesalvini”. (altro…)

La classe dirigente di domani

Poiché Dio si annida nei particolari, mi permetto di richiamare l’attenzione su un testo politico di capitale importanza che può essere sfuggito a molti. In verità non si tratta di un testo vero e proprio ma di una lettera, tuttavia la sua straordinaria importanza non risiede nella lettera in sé, e non consiste neanche nelle firme, bensì nelle qualifiche che i firmatari hanno ritenuto di dover allegare al proprio nome (con un gesto, in verità, un po’ singolare). (altro…)

La catastrofe e il che fare

                                            “Humanas actiones non ridere, non lugere,
neque detestari,  sed intelligere 
(Baruch Spinoza)

Sommario:

  1. I veri termini del problema che abbiamo di fronte: la fine della democrazia in Italia. 1
  2. La fine del movimento operaio. 1
  3. La fine dei partiti. 2
  4. Come è stato distrutto il movimento operaio. 2
  5. Come sono stati distrutti (o si sono auto-distrutti) i partiti, a cominciare dal nostro. 3
  6. Le leggi elettorali maggioritarie momento decisivo della distruzione della democrazia costituzionale. 4
  7. Hanno fatto un deserto, e l’hanno chiamato “fuoruscita dal Novecento”. 5
  8. Tolti il movimento operaio e la democrazia restano due cose “la pancia” e il potere assoluto dei media. 5
  9. La vicenda delle elezioni europee. 6
  10. Coniugare il “Tutti a casa!” con la necessità di non disperdere niente delle nostre forze: ricostruire il terreno per ricostruire la casa. 7
  11. Che fare? Tre cose, e tre cose soltanto, ma con tutte le nostre energie e subito. 7

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Dopo le elezioni 9-6-19 (intervento impedito all’assemblea della Sinistra)

Intervento (mancato) di Raul Mordenti

(Roma, Teatro dei Servi, 9 giugno 2019)

Ho molto apprezzato che la quasi totalità degli interventi che mi hanno preceduto abbiano cercato di ragionare sulle ragioni profonde, e anche lontane, della sconfitta che abbiamo subìto alle elezioni europee. (altro…)

Il Governo salmone

Credo che vada raccolto l’appello accorato di Renzo Ulivieri, un grande uomo e un grande allenatore di calcio (dunque attualmente senza squadra) a non chiamare il Governo che attualmente ci allieta “Governo giallo-rosso”. (altro…)

E moh, Calenda?

E mo, Calenda?

(in “Left 16-9-2019)

di Raul Mordenti

L’ondata di giubilo che ha attraversato il paese per il parto del Contebis è stata turbata da un cruccio: “E moh, che fa Calenda?”. Questa la domanda che turba le notti italiane di fine estate. No, Calenda non è d’accordo. Si è iscritto da poco al PD, ma minacciando subito di lasciarlo, e già quella minaccia seminò il panico. (altro…)

La risoluzione-vergogna votata dal Parlamento europeo

(https://left.it/2019/09/23/la-risoluzione-della-vergogna/),

Giovedì 19 settembre 2019 il Parlamento europeo ha votato con 535 voti a favore, 66 contro e 52 astenuti una  risoluzione che afferma l’equiparazione fra nazifascismo e comunismo. Hanno votato a favore il PPE (di Berlusconi e Aznar), i cosiddetti liberali, i partiti parafascisti dell’ungherese Orban e del polacco  Kaczyński, i parlamentari apertamente neofascisti e neonazisti e l’intero gruppo del PD, in buona compagnia con la Lega e FdI. I 5 Stelle si sono astenuti. (altro…)

La scuola, ovvero il luogo della lotta di classe “dall’alto”

Relazione al Convegno nazionale “Appello per la Scuola pubblica”, organizzato dall’Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica, presso il Liceo “T.Tasso” di Roma, il 16-10-18

1. Warren Buffett il terzo, o il quarto, uomo più ricco al mondo, ha dichiarato: “La lotta di classe esiste, e la mia classe l’ha vinta.”               Scriveva, nel 2011, Domenico Mauceri (un italo-americano docente universitario in California) commentando questa affermazione:

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Lettera aperta a un mio caro amico, e compagno, che pensa di votare PD

Caro (cara), come sai esiste per ciascuno di noi un fatto, magari minore, che funziona però come la fatidica goccia che fa traboccare il vaso, cioè che rende impossibile fare finta di niente, che rende impossibile non fare niente. E siccome ci hanno tagliato la lingua (cioè l’accesso ai mass media e a qualsivoglia giornale) posso solo scriverti personalmente, caro amico, così mi distraggo un po’. Per me il fatto che mi ha portato a dire che la misura è colma è stato che i bambini leucemici venezuelani non potranno più essere curati in Italia (e ben 600 avevano ricevuto da noi cure decisive per la loro vita), e questo per obbedienza all’embargo deciso da Trump e condiviso dall’Europa. Così d’ora in poi quei bambini moriranno, mentre avrebbero potuto essere curati e salvati.

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