A conferma del carattere tossico dello sbarramento elettorale, posso testimoniare che quando si parla di come votare questo del rischio di non raggiungere il 4% è l’UNICO argomento che trovo contro il voto a Pace Terra Dignità. I programmi non contano più niente, le idee non contano più niente, non contano più niente neppure i comportamenti tenuti dai diversi partiti.
Anche la vittoria elettorale della destra è oggetto di una narrazione falsa e tossica. Basiamoci dunque sui numeri e non sulle narrazioni che ci propinano quotidianamente. Nel settembre 2022 hanno votato il 60,5% degli italiani per la Camera e il 63,8% per il Senato, dunque meno di due italiani su tre, senza contare i residenti privi di cittadinanza (di solito lavoratori) che sono stati esclusi dal voto. La coalizione di destra (FdI, Lega, FI, “Noi moderati”) ha riportato il 43,7% dei voti alla Camera e il 44,02% al Senato. Il partito della Meloni, FdI, ha avuto il 25,9% alla Camera e il 26,2% al Senato. Dunque Meloni ha il 26% dei voti sul 60% dei votanti, che corrispondono al 15,6% del totale dei cittadini aventi diritto al voto, insomma un italiano su sei l’ha votata. Il problema dunque è il seguente: come mai col 26% dei voti al proprio partito e il 44% alla propria coalizione si può avere una maggioranza schiacciante in Parlamento? E la risposta è semplice: grazie all’abolizione della legge elettorale proporzionale a cui centro-destra e centro-sinistra, d’accordo fra loro, hanno provveduto, in attuazione del cosiddetto “Piano di rinascita democratica” di Licio Gelli.
Legge elettorale proporzionale vuol dire semplicemente avere tanti seggi quanti sono i voti, e Meloni col suo 26% sarebbe rimasta fuori da qualsiasi Governo. Invece con la legge elettorale ora in vigore (largamente anti-costituzionale) si deforma in modo sostanziale il voto popolare perché si premiano con molti più seggi le coalizioni (e il potere di coalizione della destra è da sempre superiore al nostro: lo sapevamo), si escludono le forze minori sotto il 3%, e ancora prima si influenza l’elettore col ricatto del “voto utile”, senza contare l’aumento dell’astensionismo che la legge elettorale in vigore provoca (con la proporzionale votava il 95% degli italiani, perché ciascuno poteva votare per il proprio partito). Si noti: tutto ciò era del tutto evidente prima delle elezioni, e centrosinistra più 5Stelle avevano i numeri per cambiare in tempo la legge elettorale che – si sapeva – avrebbe garantito la vittoria a Meloni. Ricordo che anche Mussolini per costruire il suo regime provvide ad abolire la proporzionale: ecco un altro caso in cui conoscere la nostra storia aiuterebbe.
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