PACE TERRA DIGNITA’: CHE FARE DOPO IL VOTO?
Rispondo volentieri alla domanda in ordine al che fare che è stata rivolta da Michele Santoro ai sostenitori di Pace Terra Dignità.
Io credo che sia assolutamente necessario continuare. Ce lo chiedono oltre 500.000 voti, che non sono affatto pochi, raccolti in poco più di un mese di campagna elettorale; una campagna che abbiamo condotto senza soldi, contrastati dalla più totale censura delle TV e dei giornali, e nonostante alcune candidature (di certo non ripetibili) che questa volta hanno portato a votare altre liste coloro che sono, e saranno, i nostri più naturali elettori. Ce lo chiede soprattutto il patrimonio di impegno, di generosità, di ritorno all’impegno politico, di unità che la proposta di PTD ha suscitato. Tutto ciò è assai prezioso e non va assolutamente disperso.
Ma continuare in che forma?
Di certo non nella forma di un nuovo partito, che escluderebbe molti/e e porterebbe divisione invece che unità. Ma continuare nella forma di un’area culturale organizzata, unitaria e inclusiva, capace di comprendere con pari dignità tutti/e, i movimenti, i collettivi, le associazioni e le personalità (alcune davvero straordinarie) che si sono aggiunti/e all’originario nucleo propositivo rappresentato da Santoro, La Valle e Rifondazione Comunista.
Insomma: si organizzi e viva un’area vasta della pace che, con manifestazioni, seminari, scuole, pubblicazioni sensibilizzi il Paese sull’incombente e crescente rischio della guerra nucleare, sui temi del disarmo, delle spese militari, della necessità di porre fine al massacro di Gaza e dell’Ucraina, e che leghi tutto ciò a quello che effettivamente gli è legato, cioè ai problemi del salario, della sanità, della scuola, alla difesa della Costituzione contro l’elezione diretta del duce e l’autonomia differenziata, contro il nuovo parafascismo che incombe.
Aggiungerei due temi cruciali che ci spettano – diciamo così – di diritto, cioè la lotta contro il maggioritario e gli sbarramenti per una legge elettorale proporzionale, e la rivendicazione di un vero pluralismo nei media, a cominciare dalla Rai.
Su tutto questo si può e si deve lavorare e costruire, con cento e cento comitati locali di PTD, che provvisoriamente potrebbero essere coordinati nazionalmente dai candidati e dalle candidate di PTD.
Non è il momento di mollare e neppure di chiuderci, è il momento di andare avanti tutti/e insieme, e di più!
Raul Mordenti (Roma)
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