Archive for Raul Mordenti

Sui risultati del referendum

Cominciamo da un po’ di numeri sui risultati del referendum, non quelli giornalistici delle percentuali ma gli unici che contano davvero, quelli in valore assoluto dei votanti; confrontiamo dunque i votanti delle ultime elezioni, quelle europee del 2014, con quelli del referendum sulla Costituzione del 4 dicembre:…

 

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Sui risultati del referendum

Lettera al “il Fatto quotidiano” sul precariato universitario

Rispondo volentieri all’invito del “Fatto” a fare sentire la propria voce a proposito della situazione intollerabile denunciata dalla precaria dell’Università.

Io penso, semplicemente, che la generazione dei nostri giovani Colleghi stia sopportando qualcosa che nessuno avrebbe mai dovuto e potuto sopportare, così che il primo interrogativo che si pone è come mai essi (e con essi l’Università intera) non riescano a dare vita a momenti di ribellione.

Sui nostri Colleghi più giovani (diciamo su chi ha oggi trenta-quarant’anni) si scaricano due veri e propri crimini delle classi dirigenti italiane e dei loro Governi.

Il primo crimine – diciamo così – è generale, ed è la precarizzazione del lavoro. Hanno condannato una intera generazione a saltabeccare da un contratto a termine un assegno annuale, da una finta partita IVA a un falso tirocinio, e questo per anni o anni, senza avere mai la possibilità di respirare e, per ipotesi, di unirsi con il proprio compagno o la propria compagna, di fare figli, di maturare una pensione e, magari, anche di dedicarsi con la calma necessaria ai propri studi. Nel caso dell’Università diviene del tutto evidente il carattere pretestuoso della precarizzazione: se un contratto di insegnamento o di ricerca viene reiterato per anni e anni, allora è del tutto evidente che quel posto di docente o di ricercatore è necessario, e allora non si vede come si possa negare a chi lo ricopre di diventare di ruolo. Esiste poi un danno specifico anche per la collettività: la formazione di un docente ricercatore rappresenta anche una spesa, o piuttosto un investimento, che il licenziamento (incorporato nel rapporto precario) distrugge di continuo.

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Valutazione: 9,5/10. Risultato: bocciato. – Come si distribuiscono i fondi di ricerca all’Università di Roma ‘Tor Vergata’. – Lettera aperta di Raul Mordenti

 

“Niente mi sembra più riprovevole di un intellettuale che, di fronte a un’ingiustizia, volta la faccia da un’altra parte”

(E. W. Said)

 

 

–       Alla Delegata del Rettore per la Ricerca, Chiar.ma Prof.ssa Silvia Licoccia

e, p. c.:

–       al Magnifico Rettore prof. Novelli, al Pro-Rettore Vicario prof. Franchini, ai Direttori dei Dipartimenti della Macro-Area di Lettere, proff. Paoli e Salvatori, alla Coordinatrice della Macro-Area di Lettere, prof.ssa Formica, ai/alle Componenti del Senato Accademico, alla comunità universitaria di Roma ‘Tor Vergata’

 

Cara Collega,

cari/e Colleghi/e, che leggete per opportuna conoscenza,

vi scrivo per rappresentarvi un problema che mi sembra cruciale per il presente e per il futuro della nostra Università: i criteri di assegnazione dei fondi di ricerca, un problema che si intreccia strettamente con la vexata quaestio della cosiddetta VQR e, forse, ci aiuta a conferire concretezza a quel dibattito che ci ha impegnati e divisi nei mesi scorsi.

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Recensione al Libro di Bertoni su “doppiozero”

Qui sotto il link alla recensione del libro di Federico Bertoni Universitaly. La cultura in scatola (Laterza, 2016, pp.139, € 15,00). Buona lettura della recensione, ma soprattutto del libro!

http://www.doppiozero.com/materiali/come-distruggere-luniversita-0

Ricordando Paolo Rossi (a cinquanta anni dalla sua morte)

Facoltà di Lettere della “Sapienza”, aula I, 27 aprile 2016.

Intervento di Raul Mordenti

 

È stato detto che il ’68 a Roma comincia con l’occupazione per l’assassinio di Paolo Rossi, ed è assolutamente vero. Fra quella prima occupazione e il movimento del ’68 ci sono molti elementi di analogia, ma anche un elemento decisivo di differenza.

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Informatica e critica dei testi

L'altra critica

Informatica e Critica dei Testi, di Raul Mordenti

Informatica e critica dei testi è un libro dal fascino disarmante sia per il contenuto sia per lo stile chiaro, semplice, elegante, con il quale Raul Mordenti analizza il rapporto critica testuale/informatica.

Il computer è soltanto una macchina che velocizza i lavori meccanici oppure genera dei problemi inediti? È a partire da questa domanda che hanno inizio le riflessioni dell’autore sul concetto di testo rispetto sia al paradigma gutemberghiano sia al paradigma informatico. Il testo ultimo, perfetto, fisso (conquista della tradizionale filologia) è in realtà la formula, ormai comune, introdotta quattro secoli fa dall’invenzione della stampa: in realtà il manoscritto era tutt’altro che fisso ed immobile.

Con la metodologia informatica la trascrizione del manoscritto torna ad essere il momento fondamentale per lo studioso; essa sposta l’attenzione sul testo in quanto tale e sulla codifica. Quest’ultima è essenziale sia perché la macchina legge le informazioni secondo il suo linguaggio sia perché permette di scomporre il testo in elementi discreti evitando ridondanze e ambiguità. Codificare significa scegliere quali informazioni inserire e quali scartare nella propria procedura di ricerca: la codifica è un atto interpretativo che presuppone da parte dello studioso un rigore intellettuale ed una coscienza teorica forti.

L’informatica, sottolinea Mordenti, è un vero e proprio metodo in cui il testo diventa un luogo di elaborazione e di produzione interattiva, riproponendo le due fasi caratteristiche dell’antico scriptorium: la conservazione e la riscrittura.

(Simona Casciano)

“Boccaccio e Belli” in Testo e Senso

[PDF completo dell’intervento di Raul Mordenti pubblicato su TestoeSenso.it N° 14 (2013)]

Abstracts
Il saggio (derivato da un intervento orale nel ciclo per le celebrazioni dei centocinquanta anni dalla morte di Belli) propone di trovare un’analogia non superficiale fra i due Autori, Boccaccio e Belli, nel fatto che entrambi violano l’interdetto fondativo della letteratura italiana (o della sua linea prevalente, quella petrarchesca); tale interdetto consiste nella rimozione del corpo. È questo che fa dei due gli Autori proibiti per antonomasia della nostra tradizione culturale. L’argomento è sostenuto da una lettura sinottica di due versioni della novella di Griselda: il testo di Boccaccio ( Decameron X,10) e la traduzione in latino che ne fece Francesco Petrarca. I riferimenti alla corporeità (e alla corporeità femminile in particolare), presenti costitutivamente in Boccaccio, sono rimossi o rovesciati, provocando anche singolari equivoci nella comprensione del testo (altro…)

La candidatura di Tsipras: una buona notizia e due problemi aperti

di Raul Mordenti

(ADISTA, a. XLVIII, suppl. al n.6219, 1 marzo 2014, pp.4-5)

La candidatura alla carica di Presidente della Commissione Europea di Alexis Tsipras è davvero una buona notizia, in un momento in cui abbiamo molto bisogno di buone notizie.

La personalità politica del candidato è garanzia di una visione dell’Europa e delle sue politiche radicalmente alternativa al massacro sociale che abbiamo di fronte. Syriza, il partito greco di cui Tsipras è leader, è stato alla testa nell’opposizione ai diktat della Troika e delle banche (di cui l’attuale governo dell’Europa è espressione diretta). Come si ricorderà, alla Grecia fu imposta dalla Troika europea e dalla BCE una politica di cosiddetto “rigore”, tutto finalizzato a restituire soldi alle banche, cioè alla Germania e alla Francia. Il PASOK (il Partito socialista greco) ubbidì a quelle politiche perinde ac cadaver, tagliando ferocemente scuola, sanità, pensioni, e migliaia e migliaia di posti di lavoro, con il bel risultato non solo di colpire le condizioni di vita dei greci (in Grecia è tornata la fame e la morte per malattie curabilissime) ma anche di far peggiorare tutti i parametri dell’economia greca, compreso il mitizzato rapporto debito/PIL). Syriza invece si oppose, e si oppone, passando in pochi mesi dal 3% scarso dei voti al 26%, e i sondaggi danno attualmente il partito di Tsipras come il primo partito greco. Ecco una prima lezione per la sinistra italiana: l’opposizione seria può pagare e paga, mentre l’obbedienza alla banche porta alla bancarotta in primo luogo la cosiddetta sinistra che la segue. Non solo, ma l’esperienza positiva di Syriza dimostra anche che l’opposizione può unire la sinistra, beninteso a partire dalla chiarezza e dalla coerenza: è superfluo dire che non è neanche pensabile per i compagni greci l’idea di convergere nel PASOK, dato che in Grecia, come ovunque in Europa, la socialdemocrazia è la più obbediente longa manus delle politiche antipopolari delle banche e della Troika (altro…)

Contro il “Renzusconellum”, non c’è un minuto da perdere!

da Liberazione.it

Si è svolta sabato a Roma, presso il centro sociale ’”Angelo Mai”, un’importante assemblea sulla legge elettorale “Renzusconellum”, o “Porcellum-bis” (anche i nomi hanno un destino, e non è bene chiamare con il neutro nome di “Italicum” questa legge), che ha convocato una mobilitazione generale davanti alla Camera per l’11 febbraio (quando riprenderà a Montecitorio la discussione).
Gli interventi di giuristi e militanti (fra gli altri Andreozzi, Azzariti, Forcone, Amati, Ragusa, Russo Spena, Falomi, La Valle, Mascia) hanno chiarito bene di che si tratta: una riedizione del “Porcellum”, duplicato, e peggiorato, proprio negli elementi già giudicati incostituzionali dalla Corte, cioè il premio di maggioranza e la designazione nominativa degli eletti da parte dei Partiti; sul terzo elemento caratteristico di questo mostro giuridico, cioè le soglie di sbarramento (per giunta variabili a seconda degli interessi di Renzusconi e Berluschenzi e dei loro alleati), la Corte non si è pronunciata solo perché il punto non era stato sollevato dai ricorrenti, ma non c’è dubbio che sia questa la violazione più clamorosa al dettato della Costituzione (art. 48, secondo comma) “Il voto è personale ed eguale, libero e segreto.” (altro…)

Per una scuola di resistenza fondata sul dialogo interculturale e sulla critica

1. Capitò a chi scrive di sostenere a suo tempo che quando in una società si pone il problema dell’insegnamento (e dell’insegnamento della letteratura in particolare) allora questo vuol dire che è aperto anche il problema dell’egemonia. Infatti legato strettamente all’insegnamento della letteratura vive il problema del rapporto coi testi, quali testi leggere, come leggerli e perché, dunque significa che assieme alla non secondaria questione dell’assetto critico-estetico prevalente viene posta all’ordine del giorno la discussione in merito all’asse valoriale che deve organizzare una società, all’immaginario che essa sceglie e – cosa ancora più importante – decide di trasmettere alle generazioni nuove. Insomma quando si parla di insegnare letteratura è in questione, né più né meno, il problema del senso delle cose.

Una rassegna bibliografica dedicata al dibattito sull’insegnamento della letteratura nel quinquennio 1982-6 occupava 29 fitte pagine solo di titoli (Mordenti 1985: 34-52), e non meno interessante della – chiamiamola così – “quantità” era naturalmente il fatto che di un tale tema si occupasse un prestigioso “Bollettino” bibliografico letterario di livello universitario. D’altra parte la dignità del tema era stata definitivamente consacrata nel 1983, quando a conclusione del secondo volume della Letteratura italiana di Asor Rosa (altro…)